Fin da quando andavamo a scuola abbiamo sentito questo termine: “Specie a rischio di estinzione”. E in generale tutti sappiamo che una specie in via di estinzione è una specie, animale o vegetale, della quale la popolazione è in calo. Non solo, sappiamo che la popolazione è così esigua che potrebbe estinguersi. Potrebbero, quindi, non rimanere individui di quella specie. Potrebbe scomparire.
Ma come mai una specie è in via di estinzione? Se le specie si sono sempre estinte, perché è una cosa grave? Cosa fa sì che una popolazione animale finisca in via di estinzione?
Ve lo spiegheremo in questo articolo.
Perché l’estinzione è un processo grave
Da quando il mondo esiste, le specie si sono sempre estinte. Basti pensare ai dinosauri. Nelle varie ere geologiche ci sono infatti state sia grandi estinzioni che piccole estinzioni. Come mai, allora, adesso l’uomo si oppone a questo processo che si è sempre verificato?
Questa domanda ci viene posta spesso soprattutto dai bambini. E nonostante molti adulti tendano a dire “perché è così”, spesso la risposta non la sanno neanche loro. Il fatto è che, tutte le estinzioni avvenute nel passato, in particolare prima dell’avvento dell’uomo, sono state estinzioni inevitabili e dovute a cambiamenti del pianeta terra stesso.
Quando 550 milioni di anni fa ci fu la prima grande estinzione, la causa fu un forte cambiamento che rese la vita impossibile a milioni di specie. Similmente, quando 250 milioni di anni fa, un’estinzione di massa cancellò dalla terra oltre metà delle specie animali esistenti, e svuotò il mare (solo il 4% delle specie animali marine sopravvissero), successe qualcosa su scala globale che uccise le specie esistenti.
Tutti questi avvenimenti furono globali, massicci, ed inevitabili. E soprattutto lenti.
Le estinzioni delle quali siamo testimoni oggigiorno, però, non sono come quelle delle ere passate. Il ritmo a cui le specie cessano di esistere è di migliaia di volte più veloce, e le estinzioni che vediamo alla tv, sui giornali, e online, hanno un artefice. E questo artefice è l’uomo.
Ed è per questo che il processo di estinzione come lo viviamo oggi è grave: perché sarebbe evitabile, e la colpa è tutta nostra.
Come l’uomo sta facendo estinguere le specie
Più che l’essere umano, la causa dell’estinzione di oltre il 96% delle specie mammifere degli ultimi centomila anni, è l’impatto umano. Partiamo infatti dall’estinzione di mammiferi quali mammut e tigre dai denti a sciabola, fino ad arrivare all’estinzione di animali quali il tilacino. Ma se le estinzioni di migliaia e migliaia di anni fa avevano come motivo principale la caccia e la difesa, quali sono le attività umane alla base delle estinzioni degli ultimi cinquanta anni?
- Distruzione degli habitat (per industrializzazione)
- Bracconaggio
- Inquinamento
- Cambiamenti climatici
- Commercio illegale
Ma come fanno queste attività a mettere a rischio le specie attorno a noi? Vediamolo nel dettaglio
Distruzione degli habitat
La distruzione degli habitat è attualmente la causa principale globale di estinzione delle specie. Ma cosa è? Si parla di distruzione degli habitat quando un habitat naturale viene reso incapace di permettere la vita alle specie presenti. Se io ho una foresta e la abbatto, ad esempio, sto distruggendo quell’habitat, togliendo risorse e casa alle specie che ci vivono. Così facendo, le privo delle risorse necessarie per sopravvivere quali tana, acqua, cibo, comunità e compagni per riprodursi. Sono esempi di distruzione dell’habitat da parte dell’uomo i processi di industrializzazione ed urbanizzazioni delle zone, così come il disboscamento – sia per ottenere la legna, sia per fare spazio a campi per colture intensive -, l’estrazione mineraria e la bonifica degli habitat per l’agricoltura.
Bracconaggio
Bracconiere, o cacciatore di frodo, è la chi va a caccia di animali nonostante la legge lo vieti. Nonostante in Italia, e in occidente in generale, il bracconaggio sembri qualcosa di lontano, i suoi danni sono estremamente reali e ci impattano da vicino. Non solo animali quali elefanti o leoni sono vittime dei bracconieri. Anche l’orso marsicano, ad esempio, ne rimane spesso vittima nel nostro paese. Ne rimangono meno di 100.
Inquinamento
L’inquinamento è una delle prime cause di estinzione degli animali marini, ma la ragione non è solo il fatto che andiamo ad avvelenare le acque, e con loro anche gli abitanti e chi beve quell’acqua. Spesso, il fenomeno è più complesso: l’alterazione del pH acquatico, conseguenza dell’inquinamento, porta infatti alla morte di molte organismi vegetali dei quali gli animali si nutrono, impedendo agli animali di trovare cibo. Allo stesso modo, l’alterazione del pH acquatico può rendere l’ambiente inabitabile per le specie marine.
Cambiamenti climatici
Similmente a come l’inquinamento altera l’ambiente nel quale vivono le varie specie, rendendolo inospitale o letale nei loro confronti, i cambiamenti climatici possono portare a un deterioramento degli habitat che va dal riscaldamento delle acque, che perciò diventano troppo calde, allo scioglimento dei ghiacciai, che invece va a raffreddare le acque dei fiumi in maniera eccessiva, ad esempio. Questi cambiamenti e impediscono la vita alle specie autoctone, e attirano altre specie alloctone che, cacciate dal loro habitat, ne cercano uno nuovo ed entrano in competizione con le specie autoctone.
Commercio illegale
Nonostante di fronte alla forza impetuosa della natura che cambia, il commercio illegale sembri quasi irrisoria come causa di estinzioni, si stima che il commercio illegale possa portare all’estinzione circa un quinto delle specie vertebrate. Se infatti pensavate che il commercio illegale degli animali fosse cosa da poco, sappiate che oltre 1/6 delle specie presenti sulla terra vengono scambiate ogni anno su questo mercato. Ma perché è così pericoloso? In questo commercio, gli animali vengono direttamente strappati al loro habitat per essere rivenduti – come accade per gli uccelli canori -, oppure uccisi per una loro caratteristica, come ad esempio l’avorio di rinoceronti ed elefanti.